domenica 26 marzo 2017

Incontriamo un rifugiato




Un’opportunità davvero stupenda, ci ha arricchito e contemporaneamente ci ha insegnato qualcosa! 


Le classi terze hanno avuto l'occasione di conoscere l'esperienza di un immigrato, come se vivessimo sulla nostra pelle tutto ciò che ha raccontato. Giallo Abdulla, un rifugiato che ha condiviso con noi la sua tragica situazione passata per diversi anni.
Quelli del suo villaggio venivano ritenuti diversi rispetto ad altri. Non capisco questa moda di escludere quello che è diverso, e non solo in quanto proveniente da un paese differente; si dovrebbe imparare da quest'ultimo. La chiusura mentale porta a non avere voglia di scoprire: religioni, tradizioni, modi di fare differenti dai tuoi... 

Tutto ciò ci ha fatto riflettere, bisogna ospitare chiunque, la Terra è di tutti. Per molta gente il termine "clandestino", "immigrato" sono sinonimi di "negro", "zingaro"......  Qui non si tratta di opinioni diverse, non esistono razze, esistono etnie. Se proprio si vuole usare il termine "razza" deve essere inteso per quella umana, animale...E soprattutto non esistono persone più importanti e tanto meno superiori di altre.
Venendo a conoscenza di fatti, come quelli ascoltati in questa testimonianza, i ragazzi di oggi, come noi, possono costruirsi man mano un futuro migliore, senza pregiudizi, includendo tutti. Ma per questo cambiamento c'è bisogno di meno superbia, la svolta partirà solo quando saremo noi a farla marciare!
Federica

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