Un’opportunità
davvero stupenda, ci ha arricchito e contemporaneamente ci ha insegnato
qualcosa!
Le classi terze
hanno avuto l'occasione di conoscere l'esperienza di un immigrato, come se
vivessimo sulla nostra pelle tutto ciò che ha raccontato. Giallo Abdulla, un
rifugiato che ha condiviso con noi la sua tragica situazione passata per
diversi anni.
Quelli del suo
villaggio venivano ritenuti diversi rispetto ad altri. Non capisco questa moda
di escludere quello che è diverso, e non solo in quanto proveniente da un
paese differente; si dovrebbe imparare da quest'ultimo. La chiusura mentale
porta a non avere voglia di scoprire: religioni, tradizioni, modi di fare
differenti dai tuoi...
Tutto ciò ci ha
fatto riflettere, bisogna ospitare chiunque, la Terra è di tutti. Per molta
gente il termine "clandestino", "immigrato" sono sinonimi
di "negro", "zingaro"...... Qui non si tratta di opinioni diverse, non
esistono razze, esistono etnie. Se proprio si vuole usare il termine
"razza" deve essere inteso per quella umana, animale...E soprattutto
non esistono persone più importanti e tanto meno superiori di altre.
Venendo a conoscenza
di fatti, come quelli ascoltati in questa testimonianza, i ragazzi di oggi,
come noi, possono costruirsi man mano un futuro migliore, senza pregiudizi,
includendo tutti. Ma per questo cambiamento c'è bisogno di meno superbia, la
svolta partirà solo quando saremo noi a farla marciare!
Federica
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