Un film che descrive più o meno la vita quotidiana degli anni Settanta,
ragazzi non vedenti, un direttore che farebbe tutto il possibile affinché loro
scoprano il meno possibile di questo mondo e un collegio.
Questi sono i tre ingredienti del film "Rosso come il cielo"che oggi abbiamo visto con
vari professori e con tante altre classi.
All’inizio, in verità, non me lo ricordavo, anche se in passato lo avevo già visto,
ma da quando il protagonista, un ragazzo di nome Mirko, perde la vista, a partire da quel momento del film, mi
ricordavo più o meno tutto.
La vita nel collegio dove Mirko viene mandata è molto dura, anche se i
ragazzi, da quanto ho constatato, erano in fin dei conti, rispettosi tra di loro.
Il direttore del collegio, essendo anche lui un non vedente, impedisce però ai ragazzi di scoprire il
mondo esterno, ma solo perché vuole tutelarli, sbaglia a fin di bene.
Finisce col fargli del male così, perché in questo modo un ragazzo con handicap non
potrà mai scoprire ciò che gli sta intorno.
Se un ragazzo non va in giro, secondo me, non scoprirà mai il mondo circostante.
Verso la fine, per una violazione delle regole, Mirko sta per essere
espulso, ma, grazie ad una manifestazione sulla riforma scolastica che sostiene anche la sua causa, il
protagonista rimane a scuola, a dispetto del direttore.
Alla fine viene organizzata una recita, che riscontra grande successo
alla quale assistono anche i genitori dei ragazzi, che vengono bendati appena
entrano, per far loro usare, per godersela, gli altri sensi all'infuori della vista.
Questo film mi è molto piaciuto, anche se l’ho già visto e ho notato
che, nonostante ci siano stati nella scuola ragazzi sia vedenti che non
vedenti, si sono sempre rispettati. Anche quando Mirko ritorna a casa viene
accolto benevolmente dai suoi amici di infanzia, e nonostante abbia perso la vista, viene trattato con normalità.
Sabina
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